di Damien Chazelle
USA, 2016
Pluricandidato,
pluripremiato, acclamato da tutti e osannato dalla critica. Questo,
in poche parole, è il film-musical La La Land. Probabilmente ero una
delle poche persone a non averlo ancora visto. Finalmente, anche se
un po' in ritardo, ce l'ho fatta anche io!
Ammetto che il genere del
musical non mi attira molto, però pensavo che non fosse possibile,
per una che scrive di cinema, non andare a vedere il film che ha
fatto incetta di sei Premi Oscar e sette Golden Globe (solo per
citare i premi più noti).
Di grande impatto la
scena iniziale in cui, da un ingorgo di auto che congestionano le vie
di Los Angeles, prende vita una coreografia con più di cento giovani
danzerecci e canterini che ballano sui cofani delle macchine.
Ed è in questo ingorgo
che ha luogo il primo incontro-scontro dei due protagonisti,
Sebastian (Ryan Gosling) e Mia (Emma Stone).
Lui è un giovane
pianista jazz che sogna di far rivivere l'epoca d'oro di questo
genere musicale, ormai in declino, aprendo un club tutto suo, mentre
lei è un'aspirante attrice cinematografica. In attesa di realizzare
i rispettivi sogni, Sebastian lavora in un locale dove è costretto a
suonare frustranti musiche natalizie, mentre Mia fa la cameriera in
un bar all'interno degli studi della Warner Bros, correndo da un
provino all'altro in cerca dell'occasione giusta.
Dopo un altro
incontro-scontro, tra i due nasce una profonda amicizia che si
trasforma in amore. E se, all'inizio, la spinta a realizzare i propri
sogni fa da collante alla loro relazione, in seguito sarà invece
motivo di incomprensioni e delusioni.
Il culmine della tensione
tra la coppia giunge quando Sebastian decide di abbandonare
momentaneamente l'idea di aprire un locale per dedicarsi a un tour
insieme a un gruppo in cui è costretto a suonare una musica che non
gli appartiene, ma che gli permette di avere un lavoro stabile e
mettere da parte i soldi per il suo progetto. Inoltre, Mia riceve un
brutto colpo quando quasi nessuno si presenta al monologo ideato e
interpretato da lei stessa e al quale Sebastian non ha assistito a
causa dei continui impegni con il gruppo.
Date le premesse e il
genere del musical che solitamente dà una visione edulcorata della
realtà, sono rimasta piacevolmente stupita dal finale che si
distoglie dal classico lieto fine e nel quale è possibile assistere
a una conclusione alternativa della vicenda, se solo i due
protagonisti avessero fatto scelte diverse nell'inseguire i propri
sogni.
Se si va oltre la visione
superficiale di quello che solo all'apparenza è una storia d'amore
raccontata tramite un musical, si possono scoprire molte cose
interessanti. La prima fra tutte è, senza dubbio, la presenza del
metacinema, ovvero del cinema che parla di se stesso in un sistema di
rimandi. Non a caso, ad esempio, il proprietario del locale in cui
Sebastian suona è interpretato da J.K. Simmons, già diretto da
Damien Chazelle in Whiplash (2014), film in cui il tema portante è
il jazz e in cui Simmons interpreta uno spietato insegnante di
musica.
Inoltre, il richiamo agli
Studios in cui la stessa Mia lavora come cameriera e che
rappresentano l'emblema del cinema e il punto di arrivo delle
aspiranti star. E poi, la scena del balletto della coppia che danza
come se fossero Ginger Rogers e Fred Astaire sulla Mullhollan Drive,
la celebre strada sulle colline di Hollywood resa ancora più famosa
dal regista David Lynch con il suo omonimo film del 2001.
In un film-musical dal
sapore nostalgico, Damien Chazelle ci ricorda che Hollywood è
spietata e non ammette compromessi per raggiungere i propri
obiettivi, nemmeno quelli dell'amore.
P.S. Un plauso a Ryan Gosling che suona il piano senza controfigura.
P.S. Un plauso a Ryan Gosling che suona il piano senza controfigura.