di Christopher Nolan
USA, UK e Francia 2017
Era da molto che non mi
capitava di gustare un film che mi tenesse incollata allo schermo dal
primo all'ultimo istante. Ebbene, con Dunkirk
sono stata accontentata: ci si ritrova col fiato sospeso sulla
spiaggia di Dunkerque (al confine tra Francia e Belgio) a combattere
a fianco dei soldati coinvolti nella “operazione Dynamo”,
sperando fino alla fine che non muoiano.
Siamo nel 1940, in piena
Seconda Guerra Mondiale, e le forze alleate – inglesi, francesi e
belgi – sono reduci dalla sconfitta della battaglia di Dunkerque. I
soldati si trovano intrappolati dai tedeschi, stipati sulla costa
francese e senza via di fuga. L'unica soluzione per portare in salvo
le truppe alleate è via mare: per questo motivo la Royal Navy (la
Marina britannica) chiede ai civili in possesso di qualunque tipo di
imbarcazione di attraversare il mare verso la costa di Dunkerque per
imbarcare quanti più militari da portare in Inghilterra. L'esercito
inglese sceglie di rivolgersi ai civili e non utilizzare le navi da
guerra per lasciare queste ultime a guardia delle coste inglesi,
poiché si teme un'avanzata tedesca via mare con attacco diretto
all'Inghilterra.
La difficile evacuazione
avrà luogo tra il 27 maggio e il 4 giugno, in un susseguirsi di
difficoltà dovute ai bombardamenti tedeschi via cielo, che sganciano
bombe sulle migliaia di soldati in addiaccio sulla spiaggia e sulle
imbarcazioni che cercano di portarli in salvo.
La missione sembra
impossibile: ci sono 338.226 uomini da portare oltremanica. Sembra
anche impossibile raccontare tutto questo in meno di due ore di
pellicola, eppure Nolan ci riesce alla perfezione, attraverso una
sceneggiatura brevissima, poiché quasi priva di dialogo, e
costituita per lo più dall'azione. Le immagini e i gesti dei
personaggi guidano la storia, che si sviluppa in tre filoni, senza un
vero e proprio protagonista unico.
Il primo filone è
“Terra”: l'azione dura una settimana, ovvero la durata
dell'intera evacuazione. Il soldato Tommy, unico sopravvissuto della
sua truppa, spera di imbarcarsi dalla spiaggia, cercando di
guadagnarsi un posto su una barca. L'impresa è difficile, poiché
ogni soldato, spinto dall'istinto di sopravvivenza, pensa a se stesso
e alla stretta cerchia dei compagni. Oltre a ciò, Tommy dovrà anche
far fronte ai bombardamenti, che non solo mettono a repentaglio la
vita di chi è in spiaggia, ma anche di chi si trova sulle navi che
vengono sistematicamente affondate, trascinando in fondo al mare
centinaia di uomini.
Il secondo filone è
“Mare”, elemento naturale protagonista dell'intero film. In
questo episodio, in cui l'azione si estende all'intera giornata,
seguiamo le vicende del signor Dawson, un civile inglese che parte
dal Dorset (a sud del Regno Unito) con la sua imbarcazione, portando
con sé il figlio Peter e l'amico George. Totalmente impreparati agli
orrori della guerra, il trio salverà alcuni soldati raccogliendoli
dal mare. Avranno modo di vedere direttamente sulla pelle dei
superstiti gli effetti, non solo fisici, ma anche psicologici,
lasciati dalla battaglia.
L'ultimo filone, la cui
storia dura un'ora, è “Aria”: la guerra si combatte anche via
cielo, a bordo dei Supermarine Spitfire. A bordo dei caccia
monoposto, i piloti Collins e Farrier cercano di contrastare gli
aerei nemici con manovre spettacolari ad alta quota. I due
rappresentano l'opposto dei soldati spiaggiati a Dunkerque: questi
ultimi sono sporchi, affamati e sconvolti dai combattimenti faccia a
faccia col nemico e sono pronti a uccidere per avere un posto per il
rimpatrio; i piloti, invece, appaiono spavaldi e abili, quasi
eleganti nelle loro uniformi e, forse, ignari della lotta alla
sopravvivenza che avviene sulla terraferma.
Dunkirk è un film
potente, capace di svelare gli aspetti più bassi della natura umana
in guerra. Molto diverso dai tradizionali film hollywoodiani, in cui
i protagonisti lottano per la patria e l'onore da vincitori, l'opera
di Nolan mostra uomini – europei, non americani – distrutti dagli
eventi e desiderosi di salvarsi la pelle, dopo una clamorosa
sconfitta.