Per la rivista Libreriamo, oggi vi racconto del Chelsea Hotel, uno dei più famosi alberghi di New York (e
dell’intera America). Esso deve la sua fama ai celebri personaggi che in
passato, tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, l’hanno
frequentato. Scrittori, artisti, registi, attori e musicisti hanno
abitato le stanze di questo palazzo e qui, alcuni di loro, hanno dato
vita alle loro opere più famose, mentre altri vi hanno trovato la morte.
Costruito tra il 1883 e il 1885, a partire dagli anni Cinquanta diventa meta fissa di Jack Kerouac (che in una delle stanze scrisse On the Road) e di William Burroughs, Gregory Corso e Allen Ginsberg, insomma i massimi esponenti della Beat Generation. Ma anche molti altri noti scrittori soggiornarono nelle squallide camere del Chelsea Hotel: Mark Twain, Arthur Clarke, Leonard Cohen, Arthur Miller (il quale vi si
rifugiò dopo la rottura con Marilyn Monroe), Gore Vidal, Tennessee
Williams, Simone de Beauvoir, Jean-Paul Sartre, Thomas Wolfe e Charles
Bukowski, sono solo alcuni.
L'hotel è anche stato meta, soprattutto negli anni Sessanta, di celebri rock star (tra cui Patti Smith, Iggy Pop, Édith Piaf, Bob Dylan, Alice Cooper, Janis
Joplin, Pink Floyd, Jimi Hendrix, Peter Walker, Sid Vicious, Leonard
Choen) e di artisti quali Andy Warhol e Jackson Pollock.
Il Chelsea Hotel, avvolto da un'aurea bohémien, è tuttavia attorniato anche da un alone di mistero, dovuto a diverse morti e suicidi avvenuti in passato nelle sue stanze. Il più famoso è certamente l'omicidio di Nancy Spungen, avvenuto nel 1978, per opera di Sid Vicious, il cantante del gruppo punk Sex Pistols.
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