Ero una ragazzina quando ho visto
per la prima volta il film La casa degli
spiriti (1993) di Bille August. Ero rimasta incantata dalla storia della
famiglia Trueba e dei personaggi femminili che popolavano le vicende di questa
saga ambientata nel Cile del secolo scorso.
All’epoca non disponevo ancora di
internet, quindi era inimmaginabile potersi informare sul film, sul regista e
sugli interpreti. Ma, fortuna volle che ne parlai con mia mamma e lei mi disse
che La casa degli spiriti era anche
un romanzo di Isabel Allende (pubblicato nel 1982) e che quel libro era proprio
uno dei suoi preferiti e si trovava su uno degli scaffali della libreria di
casa.
Appena scovai il libro ne fui
felicissima e lessi tutto d’un fiato la quarta di copertina e…bingo! Era
proprio quello (sono scoperte che, quando sei una giovane lettrice in erba e
non esiste wikipedia, ti esaltano come la scoperta di un tesoro).
Ovviamente iniziai a leggerlo
subito ed ebbi modo di scoprire che il libro era ancor più bello del film. Mi
lasciai trasportare nel mondo evocato da Isabel Allende e dai suoi personaggi. Man
mano che leggevo la storia, chiedevo informazioni a mia mamma e lei mi raccontò
del Cile, del presidente Allende (cugino del padre dell’autrice) e della
dittatura di Pinochet; fatti storici, questi, attorno ai quali ruota la saga
della famiglia Trueba e che ne influenzano la vita e le scelte dei personaggi.
Continuate qui la lettura dell'articolo, sulla rivista Libreriamo..
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