Ho scoperto il romanzo Jack Frusciante è uscito dal gruppo
(1994) di Enrico Brizzi quando ormai ero già ventenne. Scrivo “ormai” perché, a
mio avviso, per calarsi appieno nelle vicende dei due protagonisti, Alex D. e
Aidi, bisognerebbe leggerlo mentre si è adolescenti, proprio come loro due.
Quando lessi il libro frequentavo
già l’università e mi ero lasciata alle spalle i difficili anni del liceo. Da
giovane imbranata quale ero, per cinque anni avevo varcato ogni giorno la
soglia dell’aula già sapendo che la giornata si sarebbe divisa tra
interrogazioni da incubo, insegnanti-dittatori e compagne-arpie (riuscire a
sopravvivere in una classe composta da una ventina di ragazze si è poi rivelato
utile nella vita!).
Ammetto che fui attratta dal romanzo
soprattutto per il richiamo di Frusciante (John, il chitarrista dei Red Hot
Chili Peppers, che nel romanzo diventa Jack per motivi di copyright) nel
titolo: all’epoca impazzivo letteralmente per questo gruppo, che proprio in
quel periodo era tornato alla ribalta dopo una lunga assenza.
L’università mi aveva fatto
scoprire nuovi orizzonti: la voglia di imparare, di viaggiare, di essere
economicamente indipendente, di conoscere persone nuove, la curiosità di
approfondire i miei gusti letterari e cinematografici e sconfinare senza limiti
nella cultura. Avevo, insomma, ufficialmente superato la fase dell’adolescenza,
ed ero una nuova persona. O, meglio, come direbbe Alex D., ero finalmente
“uscita dal gruppo”: avevo abbandonato le stupide convenzioni che ti fanno
sentire parte di un gruppo ma che, in realtà, ti tarpano le ali e ti
impediscono di essere te stesso. È quello che cerca di fare anche Alex D., ragazzo
bolognese di 17 anni. Se volere scoprire la sua storia, cliccate qui, sul mio articolo per la rivista Libreriamo..
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