di Stephen Frears
2016
Tempo d'estate, tempo di cinema all'aperto e di avere quindi la possibilità di recuperare alcuni film che mi sono sfuggiti nella stagione invernale. Uno di questi è proprio Florence, film autobiografico che racconta gli ultimi mesi di vita di Florence Foster Jerkins, ricchissima e generosa mecenate dell'alta società newyorkese della prima metà nel Novecento, convinta di avere – a torto – grandi doti canore.
L'interpretazione della
camaleontica Meryl Streep incarna alla perfezione il personaggio di
Florence, trasmettendo allo spettatore la personalità complessa –
e, solo all'apparenza, frivola – di questa donna. Sin dall'inizio
del film si presenta, accanto a Florence, il marito St. Clair
Bayfield, interpretato da Hugh Grant.
Ammetto che inizialmente
ho faticato non poco a calarmi nella storia e a focalizzarmi sui due
come coppia sposata: abituata a vedere lui nei panni dello scapolo
incallito e dopo aver visto tantissimi film – anche datati – di
lei, è stato difficile superare l'ostacolo di guardarli come
“attori” piuttosto che come “personaggi”.
Superato questo primo
ostacolo ed entrando nel vivo della storia, sono riuscita ad
apprezzare entrambi i protagonisti. Nella prima parte del film,
infatti, risulta un po' difficile inquadrare i ruoli di Florence e
St. Clair: lei è un'amante della lirica che ha fondato un circolo
musicale, il “Verdi Club”, e passa le giornate dividendosi tra il
lussuoso appartamento in città, le sale da the e i teatri; lui è un
conte inglese senza titolo che si diletta a recitare durante gli
eventi esclusivi promossi dalla moglie. I due vivono separati e la
sera, dopo il bacio della buona notte, St. Clair esce di casa per
dormire in un altro appartamento, in cui condivide il letto con
un'altra donna.
La vita dei due sembra
una farsa scandita da vizi, rituali quotidiani. Florence sembra una
diva avvizzita e St. Clair un cicisbeo pronto a soddisfare ogni suo
capriccio, rendendole la quotidianità perfetta e priva di intoppo.
Tuttavia, una volta presa
confidenza con i due, si ha la possibilità di conoscerli più a
fondo: Florence è una donna tenace che, per superare i limiti della
malattia che la affligge, si dedica anima e corpo alla passione per
la musica e il canto, mentre St. Clair si prodiga per rendere la vita
della moglie perfetta, proteggendola dai pericoli del mondo.
Certo, i due vivono negli
agi e nel lusso, eppure dimostrano di essere una coppia solida e
devota, soprattutto quando Florence decide di riprendere con le
lezioni di canto al fine di esibirsi per i suoi ammiratori della
cerchia del Verdi Club. Dopo aver reclutato Cosmé McMonn, un giovane
pianista – che inizialmente fatica a inserirsi nella quotidianità
di Florence e a capire perché chi la circonda le pianifica una vita
perfetta – Florence inzia con disastrose lezioni di canto. È
evidente che sia stonata come una campana e, complice le mimiche
facciali degli attori, le risate in sala tra gli spettatori del film
si susseguono senza sosta. Eppure, Cosmè, inizialmente restio a
esibirsi a teatro accompagnando Florence al piano, nota che il
pubblico del Verdi Club è totalmente rapito dagli acuti della
cantante. Si tratta di stima e affetto per una donna che, nonostante
tutto, si impegna assiduamente in quello che crede, o sono le
banconote che St. Clair infila nella busta insieme ai biglietti del
concerto che fanno applaudire la platea?
La vera Florence Foster
Jerkins era consapevole delle risate che si levavano comunque in sala
ed era a conoscenza delle recensioni negative sulle sue performance,
mentre la Florence del film viene tenuta all'oscuro delle voci
maligne, messe a bada a suon di banconote dal marito.
La situazione rischia
però di sfuggire al controllo di St. Clair quando Florence, in sua
assenza, organizza un concerto in grande stile al Carnegie Hall, per
il quale invia centinaia di biglietti omaggio ai soldati delle truppe
americane impegnate durante il secondo conflitto mondiale. Al
concerto parteciperanno migliaia di persone e per St. Clair sarà
ovviamente impossibile esercitare il controllo su di loro.
Il 25 ottobre 1944
Florence salirà sul palco per un'esibizione memorabile che, non
senza difficoltà, le permetterà di realizzare il suo sogno di
cantante lirica, prima di spegnersi il 26 novembre di quello stesso
anno.
La singolare storia di
Florence ci insegna che bisogna credere nei propri sogni e, se si
deve sognare, bisogna farlo in grande. Certamente il caso di questa
donna è raro e supera la normalità – quanti di noi potrebbero
permettersi si affittare teatri a New York o pagare un pubblico
perché applauda a comando? – eppure, la tenacia di Florence l'ha
fatta amare e apprezzare dai suoi seguaci, rendendola immortale nella
storia della lirica.