Mi obbligarono a leggere La fata carabina (1987) – in lingua francese, per giunta – per
i compiti delle vacanze estive al liceo. Nonostante la copia in italiano che
avevo letto al posto di quella in lingua originale, all’età di quindici anni
capii ben poco dello stile e del linguaggio di Daniel Pennac. Un po’ perché ero
poco predisposta verso i libri letti “per forza” a scuola e un po’ perché
trovai il romanzo strano e poco comprensibile. Fortuna vuole che, terminato il
liceo, l’autore, nella sua stranezza, mi avesse così colpita che decisi di
leggere di mia iniziativa il primo romanzo del cosiddetto “Ciclo di
Malaussène”, ovvero Il paradiso degli
orchi (1985). E lì fu amore: fui folgorata dallo stile eclettico e
tagliente di Pennac e mi procurai tutti i romanzi della saga Malaussène e me li
lessi tutti d’un fiato. Mi innamorai all’istante delle storie incredibili
narrate da Pennac e di ogni singolo, strampalato personaggio.
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