Il profumo (1985) di Patrick Süskind è un romanzo drammatico e cruento che racconta la tormentata vita del giovane e solitario Jean-Baptiste Grenouille, nella Francia del Settecento.
La narrazione è particolare
perché l’autore esalta al massimo le descrizioni olfattive, che arrivano dal
naso del protagonista, piuttosto che quelle visive a cui il lettore è di solito
abituato.
Sia Martin Scorsese che Stanley
Kubrick si sono interessati alla singolare storia ma non sono riusciti a
ottenere i diritti cinematografici, che Süskind ha concesso solo nel 2001 al
regista Tom Tykwer, il quale ha girato il film dal titolo Profumo – Storia di un assassino, uscito nel 2006.
Il protagonista è appunto
Jean-Baptiste (Ben Whishaw nel film), un ragazzo povero la cui esistenza è
segnata dalla malasorte fin dalla nascita: la madre, una pescivendola parigina,
lo dà alla luce sotto il banco del pesce al mercato e lo abbandona tra i
rifiuti. Il neonato sopravvive e la madre viene impiccata con l’accusa di
infanticidio. Jean-Baptiste viene affidato all’orfanotrofio dell’avida Madame
Gaillard che, dopo anni, lo vende al proprietario di una conceria.
Sempre solo, indifferente agli
altri e immune ai sentimenti, il piccolo lavora come uno schiavo fino
all’adolescenza. Jean-Baptiste è però dotato di un dono, che è anche una
condanna: possiede una fortissima sensibilità agli odori altrui ma non
percepisce il proprio odore, e questo lo rende incapace di provare emozioni.
Crescendo, imparerà a potenziare il suo dono e a distinguere gli odori e
discernere i profumi dagli olezzi di una Parigi sommersa dai rifiuti.
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