Non conventional Christmas
movies, ovvero i miei film natalizi preferiti di sempre, ma nei quali il Natale
non porta allegria come da copione. Anzi, l’atmosfera natalizia non fa che
rendere la storia ancor più angosciante e oscura.
L’esempio migliore è certamente Eyes Wide Shut (1999) di Stanley
Kubrick. Il film affronta i lati negativi del matrimonio (tradimento,
infelicità, gelosia) attraverso una ricca coppia newyorkese, proprio durante le
festività natalizie. I toni della storia, che è già di per sé piena di eventi
tragici ed estremi, sono esasperati dall’uso sapiente delle immagini, nelle
quali le luci natalizie sullo sfondo contribuiscono a rendere l’ambiente freddo
e asettico, anziché caldo e accogliente.
Ovviamente questa atmosfera è
solo uno sfondo all’azione, ma ben si integra con le vicende, per certi versi
inverosimili, che coinvolgono il giovane e brillante medico, Bill Harford (Tom
Cruise) e sua moglie Alice (Nicole Kidman). Proprio durante una festa natalizia
a casa del potente Victor Ziegler, Bill sarà coinvolto nella morte sospetta di
una giovane prostituta. E questo sarà solo l’inizio di una serie di eventi che
lo porterà a mettere in discussione la sua vita coniugale e l’amore per Alice. La
donna, dal canto suo, confessa al marito di aver pensato di tradirlo tempo
prima, durante una vacanza, senza però farlo veramente. Bill, in reazione a
questa rivelazione, si lascia tentare da una prostituta incontrata una notte
mentre è in visita da un paziente, ma senza nulla fatto, interrotto da una
telefonata della moglie che gli chiede di tornare a casa presto. Bill,
tuttavia, vaga solitario e smarrito per le strade di Greenwich Village e grazie
a un vecchio amico si ritrova, dopo una serie di incontri sconcertanti e
bizzarri, in una lussuosa villa ad una festa in maschera dove sono in corso
orge e riti di iniziazione con sacerdote e baccanti nude.
Scoperto come intruso e salvato
da una ragazza che si sacrifica per lui, l’indomani Bill apprende dai giornali
della morte misteriosa di una giovane. Convinto che si tratti della stessa che
lo ha salvato la notte prima, Bill inizia a indagare ma viene messo in guardia
da Ziegler di restarne fuori e di dimenticare quanto visto nella villa.
Nella scena finale – forse una delle
più sconcertanti della storia del cinema – Bill e Alice sono con la figlioletta
al centro commerciale per i regali di Natale e, in un’atmosfera gioiosa di luci,
festoni e bambini eccitati, Alice conclude che quello che rimane da fare per
salvare il loro matrimonio è (cito testualmente) «scopare». Con questa frase,
che arriva inaspettata, cala il silenzio sullo spettatore, che rimane basito
per una frase così esplicita che risulta stridente e inadeguata all’atmosfera
di festa e alla presenza dei bambini.
Un film a tema natalizio e dalle
tinte gotiche è invece Edward mani di
forbice (1990) di Tim Burton. La capacità creativa di questo regista si
commenta da sola in ogni film che dirige. Ormai il suo nome è sinonimo di una
certa tipologia di storie, principalmente a carattere “dark”, e costellate da
personaggi fantasiosi e magici.
La storia ha inizio quando
un’anziana donna racconta alla nipotina l’origine della neve nella loro città.
Peggy Boggs, rappresentante di cosmetici in cerca di nuovi clienti, girovagando
per le strade della perfetta cittadina che incarna lo stereotipo americano, si
avventura nel castello in cima a una collina e qui vi trova uno strano ragazzo:
è Edward (Johnny Depp), metà uomo e metà macchina. È stato creato da uno
scienziato, che è però morto prima di completare la sua opera. Edward, infatti,
è privo di mani umane, al posto delle quali ha enormi e affilate cesoie.
Peggy, dall’animo buono e
caritatevole, decide di portare Edward a casa e farlo vivere insieme alla sua
famiglia. La donna cercherà di insegnarli a vivere insieme agli altri e a
rispettare le regole della società civile. Con il tempo il vicinato, costituito
soprattutto da donne false e pettegole, impara ad accettare Edward, che si
scopre prima abile a scolpire statue di ghiaccio e poi nel tagliare i capelli. Divenuto
l’idolo delle massaie, Edward decide di aprire un negozio di parrucchiere ma i
suoi progetti si sgretolano perché verrà coinvolto dal fidanzato di Kim (Winona
Ryder), la figlia di Peggy e della quale Edward è innamorato, in un furto. Un
tempo osannato come genio delle acconciature, ora Edward viene additato come
“diverso” e pericoloso.
Sarà Kim a metterlo in salvo,
riconducendolo al suo castello. Kim farà credere ai cittadini che Edward è
morto, così che possa vivere al sicuro lontano dall’odio della gente. Saprà
sempre che il ragazzo è vivo e sta bene perché ogni anno, a Natale, Edward
scolpisce blocchi di ghiaccio e i fiocchi di neve che cadono sulla cittadina,
nella quale non aveva mai nevicato prima, arrivano proprio dallo sforbiciare
delle sue “mani” laboriose sul ghiaccio.
La voce narrante dell’anziana
donna si scopre così essere quella di Kim che, ormai vecchia, non ha più
rivisto Edward.
Ancora Tim Burton in un’altra
storia a tinte natalizie. Non si tratta però di attori in carne e ossa, bensì
di un film di animazione in motion
picture, ovvero con pupazzi mossi a mano fotogramma per fotogramma. Si
tratta di Nightmare Before Christmas (1993),
la cui storia è stata ideata da Burton e diretta da Henry Selick.
In questo film d’animazione si
intrecciano la festa del Natale e quella di Halloween. Jack Skeleton è il re
delle zucche e vive nel mondo di Halloween, abitato da bizzarre creature,
mostri e fantasmi. In questo mondo si trascorre l’intero anno occupandosi dei
preparativi per la festa di Halloween. Jack però si annoia e, vagando nel
bosco, trova diverse porte, ciascuna delle quali conduce a un altro mondo. Ci
sono il mondo della Pasqua, del Giorno del Ringraziamento e quello del Natale.
Scoperto il mondo del Natale e la
magnificenza dei preparativi di questa festa, Jack decide che anche nel suo
mondo si dovrà festeggiare il Natale. Gli abitanti di Halloween seguono le
direttive di Jack, ma il risultato non è quello sperato perché in questo mondo
nessuno riesce a cogliere il vero spirito della festa natalizia. Non solo:
fraintendendo gli ordini di Jack, alcuni mostri rapiscono Babbo Natale, il
quale viene tenuto in ostaggio da una creatura maligna che vuole ucciderlo.
Dopo una serie di peripezie Jack
riuscirà a liberare Babbo Natale e a garantire al mondo degli umani la festa
più attesa dell’anno. E, finalmente, imparerà cosa sia lo spirito del Natale.
Nightmare Before Christmas nasce in realtà come poesia illustrata,
che Tim Burton aveva realizzato per la Disney, la quale però rifiutò il progetto a causa
delle tinte gotiche. Fortunatamente Burton non ha rinunciato al progetto e ha
trovato il modo di dargli nuova vita in motion
picture. Jack Skeleton, riconoscibile dalla sua silhoutte algida e il
testone a forma di teschio, diventa poi un simbolo ricorrente di molti altri
film del regista: da Il mistero di Sleepy
Hollow (1999) a La fabbrica di cioccolato (2005) ad Alice in Wonderland (2010), Jack compare
sottoforma di apparizione – ad esempio lo spaventapasseri di Sleepy Hollow – o
di motivo decorativo – ad esempio sul cravattino del Cappellaio Matto.
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