di Ferzan Özpetek
2017
Siete pronti a tuffarvi
in un tour nella Napoli barocca e misteriosa, alla scoperta di
tradizioni e folklore centenari? Napoli velata,
l'ultimo film di Ferzan Özpetek,
non è infatti solo un thriller, ma un inno alla storia della città
partenopea, che oggi conosciamo – purtroppo – principalmente per
fatti di cronaca nera, ma che è depositaria di secoli di arte,
storia, scienza e antiche usanze.
Napoli
diventa un set a cielo aperto e lo spettatore viene condotto da
Adriana, la protagonista interpretata da Giovanna Mezzogiorno, tra le
intricate viuzze caratterizzate dai fili di bucato appesi da
un'abitazione all'altra e la metropolitana, emblema della modernità
e caratterizza da opere d'arte contemporanee di architetti, scultori
e artisti e riconosciuta come la più bella del mondo (e ve lo posso
confermare, avendola vista di persona!).
Incontriamo Adriana alla
rappresentazione del “parto dei femminielli”, una messa in scena
del parto interpretata appunto dai “femminielli”, storiche
figure maschili effeminate che risalgono alla Napoli del Cinquecento. Qui
Adriana, donna austera che esercita come medico legale in obitorio,
viene sedotta da un giovane misterioso, Andrea.
Travolti da una passione
repentina, i due passano la notte insieme e lui le dà appuntamento
al museo archeologico per l'indomani. Pur trattandosi delle prime
scene, si intuisce che questo incontro inaspettato ha dato una svolta
alla vita di Adriana, donna sola e completamente dedita al lavoro.
Adriana si presenta al
museo, girovagando per la sala conosciuta come la “stanza segreta”
(o anche “gabinetto segreto”), colma di reperti archeologici di
natura sessuale che le fanno ricordare la sfrenata notte di passione
con Andrea. Questi, però non si presenta all'appuntamento.
Delusa, Adriana riprende
la sua routine. Ma, quando scoprirà che il cadavere brutalmente
seviziato che sta analizzando in laboratorio è quello di Andrea, la
sua vita non sarà più la stessa. Alla ricerca della verità
sull'omicidio del ragazzo, la donna si addentra nei misteri e nella
storia di Napoli aiutata dall'amico di famiglia Pasquale, che lavora
come guida alla “Farmacia degli incurabili”, antico edificio dai
maestosi arredi barocchi e che ospitò i migliori scienziati in epoca
illuminista.
Se già la vita di
Adriana è sconvolta dalla tragica scomparsa di Andrea e da strane
visioni, lo è ancora di più quando incontra Luca, il gemello del
ragazzo. Adriana decide di ospitarlo in casa sua e tra i due nascerà
un rapporto ambiguo e morboso.
Adriana è redarguita
dalla zia Adele dall'indagare sull'omicidio, poiché capisce che la
nipote si sta addentrando troppo nelle viscere di Napoli, una città
– secondo lei – che ti consuma l'anima. Adele, seppur con toni
severi, cerca semplicemente di proteggere la nipote da un oscuro
passato che nasconde un grave segreto di famiglia. Tuttavia, Adriana
si spinge oltre e scoprirà da sola cosa si nasconde dietro i tragici
eventi che hanno segnato la sua infanzia.
Eppure, proprio grazie a
questa grave scoperta, la donna riesce finalmente a comprendere molti
aspetti della sua vita e a trovare la pace con se stessa.
Giunge inoltre alla
conclusione che forse il mistero di Andrea non verrà mai del tutto
svelato, nonostante le indagini della polizia. Ma, dopo essere scesa
così a fondo nella sua anima e nel suo inconscio, Adriana è pronta
a risalire verso la luce e vivere serenamente, accettando e superando
i traumi dell'infanzia e cancellando i fantasmi che l'hanno
ossessionata.
La critica non è stata
molto clemente con questo lavoro di Özpetek.
Credo invece che Napoli velata sia un film molto valido, sia
per la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto quelli
secondari, così pittorici e stravaganti, sia per i colpi di scena
che per l'ambientazione nella Napoli storica.
Inoltre, si intuisce il
fine lavoro del regista, che ricorda i grandi maestri del cinema,
primo fra tutti Alfred Hitchcock, ovvero l'inserire la presenza di un
tema e un'immagine ricorrenti in tutta la storia. In questo caso si
tratta del velo, che dà anche il titolo al film: lo stesso Özpetek
ha dichiarato che il velo non è metafora dell'occultare, bensì
dello svelare la realtà che sta sotto di esso. Il velo ritorna in
molte scene: da quella iniziale della “figliata” a quella finale,
in cui Adriana si trova nella Cappella Sansevero (edificata per
volere del principe Sansevero, un intellettuale megalomane che per il popolo era un alchimista stregone) dinnanzi alla statua
del Cristo velato che, secondo le credenze popolari, è così
realistico che si pensa sia stato realizzato da uno scultore grazie a
una formula magica di marmorizzazione creata dal principe Sansevero
in persona.
Napoli velata è un film che consiglio a tutti per vivere la magia di questa città troppo spesso sottovalutata.
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