di Herbert George Wells
1897
Nell'ultimo periodo avevo
un grande desiderio di approcciarmi al mondo della letteratura
fantascientifica, ma non sapevo da che parte cominciare. Nel dubbio,
sono andata dritta alle origini della fantascienza con Herbert George
Wells, considerato all'unisono uno dei padri fondatori di questo
genere grazie al romanzo La guerra dei mondi.
Il romanzo viene
pubblicato a puntate a Londra nel 1897, per essere poi promosso in
forma di libro nel 1906 con le illustrazioni del brasiliano Henrique
Alvim Corrêa. L'edizione
che ho avuto la fortuna di leggere è proprio quella con le
suggestive immagini realizzate da Corrêa,
immagini che si imprimono nella mente e sguinzagliano l'immaginazione
verso un mondo invaso dagli alieni e così realistico, nonostante ci
si trovi alla fine dell'Ottocento.
La storia è narrata in
prima persona dal protagonista, un anonimo scrittore borghese che
vive a Ottershaw, una tranquilla cittadina inglese. La routine
dell'uomo e della comunità viene bruscamente interrotta dall'arrivo
di un oggetto non identificato che precipita in periferia, al
limitare di un bosco.
Folle di curiosi, tra cui
il protagonista, si avvicinano al cratere nel suolo in cui giace
l'oggetto caduto dal cielo. Si tratta di un cilindro metallico dal
quale escono alcune creature tentacolari e striscianti: sono i
marziani. Gli extraterrestri si ritirano però immediatamente nel
cilindro poiché mal sopportano l'atmosfera della Terra. Questo
comportamento induce le persone a ritenere le creature innocue.
Tuttavia, si sbagliano.
I marziani, infatti,
mostrano subito le loro intenzioni poco amichevoli emanando un raggio
laser in grado di incenerire all'istante qualsiasi cosa o persona
colpisca. L'uomo protagonista si salva miracolosamente dall'azione
del raggio e fa ritorno a casa. Nel frattempo i marziani restano al
riparo nel cilindro, dal quale inizia a provenire un incessante
rumore di martellate.
In città giunge
l'esercito e la gente inizia a fuggire dalle abitazioni in direzione
di cittadine limitrofe. Lo stesso protagonista partirà verso
Leatherhead per portare la moglie al sicuro a casa di parenti. L'uomo
farà ritorno nella deserta Ottershaw in serata e scoprirà che i
marziani hanno costruito i “tripodi”, delle macchine da
combattimento con cui hanno intenzione di iniziare la conquista della
Terra.
Il protagonista si aggira
per le strade deserte e inizialmente decide di fare ritorno alla
propria abitazione per mettersi al riparo dall'avanzata dei tripodi.
Ben presto però la situazione peggiora: sulla Terra arrivano altri
cilindri di marziani e altri tripodi vengono costruiti. Il
protagonista si rende conto che è necessario fuggire e inizierà
così un viaggio a piedi per raggiungere la moglie.
Sul suo percorso l'uomo
incontrerà diverse persone in preda al delirio, tra cui un soldato
che paventa un futuro in cui i marziani vivranno sulla superficie
terrestre e gli uomini sottoterra come i topi e un pastore che
profetizza la venuta del Male e la fine del mondo per mano degli
alieni.
Il protagonista non si
lascia però influenzare dalla pazzia di questi personaggi e, spinto
dall'istinto di sopravvivenza, prosegue nella sua fuga, stupito dalla
sua stessa tenacia e forza di volontà.
L'opera di Wells non solo
ha grande rilevanza dal punto di vista letterario. La guerra dei
mondi è anche un'opera di
critica sociale: la Terra invasa e minacciata dalla presenza aliena
rappresenta le popolazioni colonizzate dalle potenze europee.
L'autore abbraccia le idee del socialismo e del pacifismo in chiave
positivista: auspica alla pace e alla condivisione equa delle
ricchezze con l'aiuto di una scienza volta a migliorare le condizioni
di vita di tutti.
Ancora
oggi, a distanza di oltre cento anni, l'invasione aliena dei tripodi
è viva nell'immaginario collettivo grazie a diversi film, tra cui
quello diretto da Steven Spielberg nel 2005.
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