venerdì 11 marzo 2016

Revolutionary Road, quando la famiglia diventa una prigione



Dopo la notte degli Oscar dello scorso 29 febbraio e la tanto agognata vittoria di Leonardo DiCaprio, che ritira la statuetta seguito dallo sguardo fiero dell’amica e attrice Kate Winslet, ecco che provo nostalgia per questo duo di attori che ha dato vita a coppie indimenticabili sul grande schermo.
Ovviamente la più nota è quella di Rose e Jack nel Titanic (1997) di James Cameron, ma credo che grande prova di recitazione l’abbiano data interpretando i coniugi April e Frank nel film Revolutionary Road (2008) di Sam Mendes, che all’epoca delle riprese era sposato con Kate Winslet.
Gli ingredienti per un film eccezionale ci sono tutti: una grande coppia di attori, un regista da Oscar (con American Beauty del 1999) e una storia basata sull’omonimo romanzo di Richard Yates. Non nascondo che il film è molto impegnativo, soprattutto perché tratta temi molto profondi quali la vita di coppia, il matrimonio, la famiglia, i tradimenti, le aspettative sociale, le rinunce personali e l’aborto. Ma l’interpretazione di Leonardo DiCaprio e Kate Winslet di questa coppia tormentata coinvolge lo spettatore nella visione e, lo ammetto, ti spingono a “tifare” per l’una o l’altro.
April e Frank sono la tipica coppia borghese americana degli anni Cinquanta, che vive nella zona residenziale di Revolutionary Road: un bella casa, due figli, il marito che mantiene la famiglia con un impiego in città – e che si concede delle scappatelle con la giovane segretaria – e la moglie che lo accoglie a casa la sera.
Scoprite qui cosa si cela in realtà dietro questa apparente famiglia felice, nel mio nuovo articolo per la rivista Libreriamo..

La casa degli spiriti, la dittatura cilena raccontata tra storia e narrativa



Ero una ragazzina quando ho visto per la prima volta il film La casa degli spiriti (1993) di Bille August. Ero rimasta incantata dalla storia della famiglia Trueba e dei personaggi femminili che popolavano le vicende di questa saga ambientata nel Cile del secolo scorso.
All’epoca non disponevo ancora di internet, quindi era inimmaginabile potersi informare sul film, sul regista e sugli interpreti. Ma, fortuna volle che ne parlai con mia mamma e lei mi disse che La casa degli spiriti era anche un romanzo di Isabel Allende (pubblicato nel 1982) e che quel libro era proprio uno dei suoi preferiti e si trovava su uno degli scaffali della libreria di casa.
Appena scovai il libro ne fui felicissima e lessi tutto d’un fiato la quarta di copertina e…bingo! Era proprio quello (sono scoperte che, quando sei una giovane lettrice in erba e non esiste wikipedia, ti esaltano come la scoperta di un tesoro).
Ovviamente iniziai a leggerlo subito ed ebbi modo di scoprire che il libro era ancor più bello del film. Mi lasciai trasportare nel mondo evocato da Isabel Allende e dai suoi personaggi. Man mano che leggevo la storia, chiedevo informazioni a mia mamma e lei mi raccontò del Cile, del presidente Allende (cugino del padre dell’autrice) e della dittatura di Pinochet; fatti storici, questi, attorno ai quali ruota la saga della famiglia Trueba e che ne influenzano la vita e le scelte dei personaggi.
Continuate qui la lettura dell'articolo, sulla rivista Libreriamo..

Misery di Stephen King, la fama dello scrittore di successo diventa incubo



Il mio sogno nel cassetto – oltre a quello di trovare un lavoro in cui essere pagata per leggere tutto il giorno – è quello di diventare una scrittrice. E, se proprio vogliamo sognare in grande, essere magari famosa e apprezzata dai lettori di tutto il mondo.
Proprio come Paul Sheldon, il protagonista del thriller psicologico Misery (1987) di Stephen King. Paul è uno scrittore di successo: è l’ideatore della fortunata seria “Misery”, con protagonista Misery Chastain, molto amata dal grande pubblico. Ma se ti trovi in un romanzo di Stephen King, sicuramente qualcosa di spiacevole sta per succederti, anche se sei famoso. In questo caso, proprio perché lo sei.
Paul, infatti, rimane vittima di un incidente nelle montagne di Silver Creek (in Colorado) e viene salvato da Annie Wilkes, un’infermiera che vive in una baita isolata. La donna si prende cura dello scrittore e gli rivela di essere la sua fan numero uno. All’apparenza Annie sembra amorevole ed entusiasta di avere in cura il suo scrittore preferito, e anche Paul le è grato per averlo salvato dopo l’incidente.
Ben presto, però, Paul si renderà conto che la donna non ha avvertito nessuno del suo incidente e nessuno sa dove si trovi. Paul capisce anche che Annie è mentalmente instabile e soffre di disturbi psichici e mostra frequenti sbalzi d’umore. L’uomo è immobilizzato a letto, per via delle ferite riportate, e inizia a realizzare di essere prigioniero di questa pazza.
La situzione è destinata a peggiorare: per sapere se Paul sopravviverà, cliccate qui per leggere l'intero articolo sulla rivista Libreriamo..