venerdì 2 novembre 2018

IL FAVOLOSO MONDO DI AMÉLIE




di Jean-Pierre Jeuneut
2001

Il favoloso mondo di Amélie, insieme a Eternal Sunshine of the Spotless Mind (2004) di Michel Gondry, è uno dei miei film preferiti che tratta il tema dell'amore. Sia chiaro, però, non l'amore come storia fiabesca con lieto fine.
In questi film – così come nella mia testa – l'amore autentico è quello in cui si è consapevoli dei limiti e dei difetti reciproci, e si cerca di migliorarsi per vivere bene con se stessi e il proprio compagno. L'amore è anche essere grati al proprio partner, perché accetta le nostre paure, le nostre stranezze che, viste da altri, possono essere incomprensibili.
L'amore è un codice segreto che corre tra sguardi complici che si trovano d'accordo sui dettagli della vita quotidiana. Amore è anche rispettare le diversità e le passioni dell'altro, lasciarsi spazio per poi ritrovarsi e raccontarsi, entusiasti, quello che si è fatto.
È questo l'amore che troverà Amélie, la protagonista del film di Jeuneut. Ovviamente, l'amore non si fa trovare in modo immediato, ma ci guida con indizi che semina nel tempo lungo la nostra vita e che, apparentemente, non sono collegati tra loro. Ad esempio, il fattore di svolta nella vita di Amélie, è la morte di Lady Diana alla fine dell'agosto del 1997.
Le giovane passa la maggior parte del tempo sul posto di lavoro, al “Café de deux moulins” nel quartiere parigino di Montmartre. Il bar (che esiste realmente nei pressi del Moulin Rouge ed era prossimo al fallimento, prima del rilancio grazie alla fama ottenuta con il film) è un crocevia di personaggi strampalati e grotteschi, che rappresentano la moltitudine del genere umano.
Al di fuori del lavoro, la vita di Amélie è blandamente scandita dalle visite domenicali all'anziano e silenzioso padre e dalle giornate passate in casa in solitaria.
Un giorno di fine estate, Amélie trova casualmente nel suo appartamento – dopo aver sentito la notizia della morte della principessa del Galles – una vecchia scatola contenente i ricordi d'infanzia di qualcuno. La ragazza decide di trovare lo sconosciuto, ingegnandosi per risalire ai precedenti abitanti della casa e a capire chi sia il proprietario della scatola.
Dopo aver riconsegnato l'oggetto al legittimo destinatario, Amélie si accorge che questa esperienza le ha permesso di uscire dal suo guscio di solitudine e di conoscere gente nuova. Capisce inoltre che si può rendere felice chiunque con piccoli doni o gesti. Cogliendo la gioia nelle piccole cose, la ragazza da insicura sognatrice diventa determinata e socievole.
E, dopo aver aiutato molti conoscenti, tocca ad Amélie ricevere la sua dose di felicità. Il destino la conduce, attraverso il ritrovamento di un enigmatico album che contiene pezzi di foto di sconosciuti, a un ragazzo che lavora in un sexy shop. La ragazza, libera da ogni pregiudizio, scoprirà che la realtà non è come appare e che la felicità si fa trovare solo se si è disposti a mettersi in gioco.
L'atmosfera che circonda le scene della storia è sognante e ricca di rimandi caldi e avvolgenti, come le sonnacchiose serate di fine estate che fanno desiderare l'arrivo dell'autunno. Le musiche leggiadre del compositore Yann Tiersen sono la cornice sonora ideale che completa l'aura onirica del film.
Il favoloso mondo di Amélie è un inno alla gioia di vivere, allo stupore che si prova dinnanzi ai dettagli, alla serenità come mantra di vita, in risposta alle persona negative che, troppo spesso, ci circondano. Sorridere, sorridere e, ancora sorridere.
Vi auguro di trovare sempre meno persone tristi e sempre più persone che vi facciano stare bene. E, chissà, magari tra queste ci sarà anche l'amore vero, che sbuca all'improvviso dietro l'angolo.

Dedicato a M.,
che mi fa sorridere e ridere ogni giorno.