lunedì 10 aprile 2017

LA LA LAND

di Damien Chazelle
USA, 2016

Pluricandidato, pluripremiato, acclamato da tutti e osannato dalla critica. Questo, in poche parole, è il film-musical La La Land. Probabilmente ero una delle poche persone a non averlo ancora visto. Finalmente, anche se un po' in ritardo, ce l'ho fatta anche io!  
Ammetto che il genere del musical non mi attira molto, però pensavo che non fosse possibile, per una che scrive di cinema, non andare a vedere il film che ha fatto incetta di sei Premi Oscar e sette Golden Globe (solo per citare i premi più noti).
Di grande impatto la scena iniziale in cui, da un ingorgo di auto che congestionano le vie di Los Angeles, prende vita una coreografia con più di cento giovani danzerecci e canterini che ballano sui cofani delle macchine.
Ed è in questo ingorgo che ha luogo il primo incontro-scontro dei due protagonisti, Sebastian (Ryan Gosling) e Mia (Emma Stone).
Lui è un giovane pianista jazz che sogna di far rivivere l'epoca d'oro di questo genere musicale, ormai in declino, aprendo un club tutto suo, mentre lei è un'aspirante attrice cinematografica. In attesa di realizzare i rispettivi sogni, Sebastian lavora in un locale dove è costretto a suonare frustranti musiche natalizie, mentre Mia fa la cameriera in un bar all'interno degli studi della Warner Bros, correndo da un provino all'altro in cerca dell'occasione giusta.
Dopo un altro incontro-scontro, tra i due nasce una profonda amicizia che si trasforma in amore. E se, all'inizio, la spinta a realizzare i propri sogni fa da collante alla loro relazione, in seguito sarà invece motivo di incomprensioni e delusioni.
Il culmine della tensione tra la coppia giunge quando Sebastian decide di abbandonare momentaneamente l'idea di aprire un locale per dedicarsi a un tour insieme a un gruppo in cui è costretto a suonare una musica che non gli appartiene, ma che gli permette di avere un lavoro stabile e mettere da parte i soldi per il suo progetto. Inoltre, Mia riceve un brutto colpo quando quasi nessuno si presenta al monologo ideato e interpretato da lei stessa e al quale Sebastian non ha assistito a causa dei continui impegni con il gruppo.
Date le premesse e il genere del musical che solitamente dà una visione edulcorata della realtà, sono rimasta piacevolmente stupita dal finale che si distoglie dal classico lieto fine e nel quale è possibile assistere a una conclusione alternativa della vicenda, se solo i due protagonisti avessero fatto scelte diverse nell'inseguire i propri sogni.
Se si va oltre la visione superficiale di quello che solo all'apparenza è una storia d'amore raccontata tramite un musical, si possono scoprire molte cose interessanti. La prima fra tutte è, senza dubbio, la presenza del metacinema, ovvero del cinema che parla di se stesso in un sistema di rimandi. Non a caso, ad esempio, il proprietario del locale in cui Sebastian suona è interpretato da J.K. Simmons, già diretto da Damien Chazelle in Whiplash (2014), film in cui il tema portante è il jazz e in cui Simmons interpreta uno spietato insegnante di musica.
Inoltre, il richiamo agli Studios in cui la stessa Mia lavora come cameriera e che rappresentano l'emblema del cinema e il punto di arrivo delle aspiranti star. E poi, la scena del balletto della coppia che danza come se fossero Ginger Rogers e Fred Astaire sulla Mullhollan Drive, la celebre strada sulle colline di Hollywood resa ancora più famosa dal regista David Lynch con il suo omonimo film del 2001.
In un film-musical dal sapore nostalgico, Damien Chazelle ci ricorda che Hollywood è spietata e non ammette compromessi per raggiungere i propri obiettivi, nemmeno quelli dell'amore.
P.S. Un plauso a Ryan Gosling che suona il piano senza controfigura.

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