lunedì 29 gennaio 2018

NAPOLI VELATA

di Ferzan Özpetek
2017

Siete pronti a tuffarvi in un tour nella Napoli barocca e misteriosa, alla scoperta di tradizioni e folklore centenari? Napoli velata, l'ultimo film di Ferzan Özpetek, non è infatti solo un thriller, ma un inno alla storia della città partenopea, che oggi conosciamo – purtroppo – principalmente per fatti di cronaca nera, ma che è depositaria di secoli di arte, storia, scienza e antiche usanze.
Napoli diventa un set a cielo aperto e lo spettatore viene condotto da Adriana, la protagonista interpretata da Giovanna Mezzogiorno, tra le intricate viuzze caratterizzate dai fili di bucato appesi da un'abitazione all'altra e la metropolitana, emblema della modernità e caratterizza da opere d'arte contemporanee di architetti, scultori e artisti e riconosciuta come la più bella del mondo (e ve lo posso confermare, avendola vista di persona!).
Incontriamo Adriana alla rappresentazione del “parto dei femminielli”, una messa in scena del parto interpretata appunto dai “femminielli”, storiche figure maschili effeminate che risalgono alla Napoli del Cinquecento. Qui Adriana, donna austera che esercita come medico legale in obitorio, viene sedotta da un giovane misterioso, Andrea.
Travolti da una passione repentina, i due passano la notte insieme e lui le dà appuntamento al museo archeologico per l'indomani. Pur trattandosi delle prime scene, si intuisce che questo incontro inaspettato ha dato una svolta alla vita di Adriana, donna sola e completamente dedita al lavoro.
Adriana si presenta al museo, girovagando per la sala conosciuta come la “stanza segreta” (o anche “gabinetto segreto”), colma di reperti archeologici di natura sessuale che le fanno ricordare la sfrenata notte di passione con Andrea. Questi, però non si presenta all'appuntamento.
Delusa, Adriana riprende la sua routine. Ma, quando scoprirà che il cadavere brutalmente seviziato che sta analizzando in laboratorio è quello di Andrea, la sua vita non sarà più la stessa. Alla ricerca della verità sull'omicidio del ragazzo, la donna si addentra nei misteri e nella storia di Napoli aiutata dall'amico di famiglia Pasquale, che lavora come guida alla “Farmacia degli incurabili”, antico edificio dai maestosi arredi barocchi e che ospitò i migliori scienziati in epoca illuminista.
Se già la vita di Adriana è sconvolta dalla tragica scomparsa di Andrea e da strane visioni, lo è ancora di più quando incontra Luca, il gemello del ragazzo. Adriana decide di ospitarlo in casa sua e tra i due nascerà un rapporto ambiguo e morboso.
Adriana è redarguita dalla zia Adele dall'indagare sull'omicidio, poiché capisce che la nipote si sta addentrando troppo nelle viscere di Napoli, una città – secondo lei – che ti consuma l'anima. Adele, seppur con toni severi, cerca semplicemente di proteggere la nipote da un oscuro passato che nasconde un grave segreto di famiglia. Tuttavia, Adriana si spinge oltre e scoprirà da sola cosa si nasconde dietro i tragici eventi che hanno segnato la sua infanzia.
Eppure, proprio grazie a questa grave scoperta, la donna riesce finalmente a comprendere molti aspetti della sua vita e a trovare la pace con se stessa.
Giunge inoltre alla conclusione che forse il mistero di Andrea non verrà mai del tutto svelato, nonostante le indagini della polizia. Ma, dopo essere scesa così a fondo nella sua anima e nel suo inconscio, Adriana è pronta a risalire verso la luce e vivere serenamente, accettando e superando i traumi dell'infanzia e cancellando i fantasmi che l'hanno ossessionata.
La critica non è stata molto clemente con questo lavoro di Özpetek. Credo invece che Napoli velata sia un film molto valido, sia per la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto quelli secondari, così pittorici e stravaganti, sia per i colpi di scena che per l'ambientazione nella Napoli storica.
Inoltre, si intuisce il fine lavoro del regista, che ricorda i grandi maestri del cinema, primo fra tutti Alfred Hitchcock, ovvero l'inserire la presenza di un tema e un'immagine ricorrenti in tutta la storia. In questo caso si tratta del velo, che dà anche il titolo al film: lo stesso Özpetek ha dichiarato che il velo non è metafora dell'occultare, bensì dello svelare la realtà che sta sotto di esso. Il velo ritorna in molte scene: da quella iniziale della “figliata” a quella finale, in cui Adriana si trova nella Cappella Sansevero (edificata per volere del principe Sansevero, un intellettuale megalomane che per il popolo era un alchimista stregone) dinnanzi alla statua del Cristo velato che, secondo le credenze popolari, è così realistico che si pensa sia stato realizzato da uno scultore grazie a una formula magica di marmorizzazione creata dal principe Sansevero in persona.
Napoli velata è un film che consiglio a tutti per vivere la magia di questa città troppo spesso sottovalutata.

Nessun commento:

Posta un commento